La storia del diamante viene fatta risalire all’India ricca di depositi alluvionali che si trovavano a ridosso del fiume Krishna, ma anche del Godavari e del Penner.
I primi riferimenti circa l’utilizzo dei diamanti nell’antica Roma provengono dall’India.
I romani li utilizzavano come strumenti d’incisione per la loro particolare durezza.
L’estrazione del diamante sino al XVIII secolo veniva fatta in depositi alluvionale, soprattutto in India, successivamente furono trovati i primi diamanti in Brasile, poi in Sudamerica.
Solo dopo, nel 1867 furono scoperti i primi diamanti in Sudafrica.
Le scoperte di diamanti in Sudafrica furono caratterizzate soprattutto dall’importanza che ebbero i camini dei vulcani spenti.
Furono rinvenuti per la prima volta a Kimberley, città che diede il nome alla roccia dalla quale viene estratto il diamante, cioè la kimberlite.
Dopo questa scoperta il Sudafrica divenne un importante centro di estrazione del diamante, e a livello mondiale, sostituì l’India che ormai aveva esaurito i propri centri di estrazione.
I diamanti divennero noti soprattutto nel XIX secolo, che coincise con il progressivo miglioramento del taglio della gemma. Solo nel 1813, grazie ad un esperimento di Humpry Davy, che concentrò con una lente i raggi del sole in un diamante grezzo causandone la combustione, si poté dimostrare la sua composizione chimica di carbonio.
Questa scoperta contribuì ad accrescere la fama dei diamanti e le sue peculiari caratteristiche, infatti il carbonio a pressioni altissime, diversi milioni di anni fa, aveva dato luce alla pietra più dura mai esistita nella natura.